L’isola di Holbox. Dove bisogna spegnere il cervello e godersi la vita.
Holbox mi ricorda Caye Caulker, ma meglio organizzata. Le strade di sabbia, le macchine elettriche, i baretti caraibici, la vita da spiaggia e le tante attività per rilassarsi e divertirsi: è veramente un peccato che siamo arrivati in anticipo sulla stagione degli squali balena (Da Maggio a Settembre).
Quel che è certo e che si crepa di caldo e non troviamo dove dormire, sembra che l’isola sia tutta esaurita. Inizio a innervosirmi, ma dopo varie sclerate e negoziazioni andate male, troviamo una posadas economica in pieno centro.
Passiamo il pomeriggio a camminare sul bagnasciuga, a raccontarcela poi torniamo alla posada ma essendo nella piazza principale abbiamo continuamente sott’occhio tutto quello che succede e il continuo flusso di gente, ci convince a uscire a fare un giro nonostante la stanchezza. Di notte l’isola è molto animata, noi ci rifugiamo in un bar vicino al mare con musica reggae.
Il secondo giorno come sempre sono il primo a svegliarmi, questa volta però non aspetto nessuno e vado a farmi una bella nuotata mattutina solitaria, il mare è veramente una favola, non ha i colori smeraldo del mar dei Caraibi ma il bianco lattiginoso del Golfo del Messico. Da quando viaggio ho il tempo di fare cose che prima non potevo permettermi ad esempio: prendere il sole e vedere la partita della Juve bevendomi una cela (birra in messicano) in santa pace. Concluso il match conosco due ragazzi messicani che mi invitano ad andare in spiaggia con loro e delle loro amiche. A noi si unisce un gruppo di tedeschi che non so per quale motivo ce li abbiamo sempre appiccicati al culo da Valladolid.
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