Road Trip in Costa Rica: dalla Penisola di Nicoya al confine con il Nicaragua.

Montezuma e Santa Teresa

 Diario di viaggio: 20 Marzo 2017, Costa Rica / Centro America

La vegetazione che lentamente da verde montagnosa si trasformava in steppa paglierino, con il calar del sole si tingeva di un giallo intenso, in un susseguirsi di panorami straordinari fino a Cantone di Canas dove facciamo un altra pausa. Qui c’è aria di festa e non vogliamo perdercela, lo stadio cittadino esplode di gente che si accalca all’entrata per assistere al rodeo, mentre tutt’attorno si beve, si balla, in quella che è la più classica fiera del paese.

Noi facciamo giusto un giro incuriositi ma sappiamo che dobbiamo guidare ancora a lungo, quindi ci limitiamo ad assaporare alcuni cibi tipici come la Chorreadas (una tortilla di mais). Sazi ci rimettiamo in strada che è già buio. Raggiunta la penisola di Nicoya, inizia un tratto di un centinaio di km in sterrato, meglio andare molto piano che siamo stracarichi.

In qualche modo siamo riusciti ad arrivare a Montezuma, sono le due di notte e non ci aspettavamo di trovare il paese ancora sveglio, pare che ci sia una festa reggae sulla spiaggia. Dopo una giornata cosi intensa una birra è la giusta riconpensa.

Nicoya montezuma

Si va avanti fino a notte fonda e mi va bene cosi, tanto non abbiamo un posto dove dormire, probabilmente monterò una amaca tra due palme ma non ci voglio pensare.

Alla fine ho dormito in spiaggia dentro al sacco a pelo, ho lasciato l’amaca a Gianluca mentre Tito e la Ila hanno dormito in macchina. Che meraviglia svegliarsi con l’alba. Dormono ancora tutti quindi vado alla ricerca di un posto dove passare la notte. Trovo un umile casetta direttamente sulla spiaggia a gestione familiare, sembra fare al caso nostro.

Riposo giusto un paio d’ore per non svenire all’ombra di una palma, poi con gli altri andiamo a fare una passeggiata nella selva per rinfrescarci sotto una cascata, niente di incredibile, se non per le scimmie urlatrici che ci accompagnano per tutto il cammino, gridano in una maniera davvero inquietante.  Ci sarebbe la riserva naturale di Cabo Blanco da visitare, famosa per la ricca fauna, ma come al solito il prezzo alto ci fa desistere.

La sera vado a vedere la partita di calcio più mirabolante della storia, con un livello qualitativo decisamente basso, addirittura uno dei portieri si beveva una birra tra una parata e l’altra, poi c’erano pure tre cani in campo e l’arbitro sovrappeso che non si muoveva dal cerchio di centrocampo.

Montezuma non ha più nulla da offrirci, ci spostiamo nella vicina Santa Teresa, rinomata meta per surfisti. Ci fermiamo al Selina una famosa catena di Ostelli del centro America. Non siamo da party hostel però l’atmosfera di questa località ci scalda gli animi, tanto che la prima cosa che facciamo è prenderci una bottiglia di rum, che finisce già a metà pomeriggio.

Scopriamo che è tradizione che tutta la gente in vacanza, da queste parti si ritrovi in spiaggia per vedere il tramonto. Quindi andiamo in quello che è un vero e proprio spiaggione gigante ci saranno un migliaio di persone sparse qua e la, chi suona la chitarra, chi gioca a carte, chi fa ginnastica, chi continua a surfare, nonostante il calar del sole, chi semplicemente si beve qualcosa in compagnia di amici.

Noi ci uniamo a un gruppo di Ticos che stanno festeggiando un compleanno accendendo un falò. Rimaniamo intorno al fuoco con loro fino a quando non diventa notte, poi rientriamo in ostello dove diamo inizio a una festa improvvisata in piscina.

Dopo la seratona di ieri, oggi oziamo tutto il santo giorno, senza troppi rimorsi. Stavamo andando molto rapidi, i continui spostamenti, lo zaino da richiudere ogni volta, le notti al volante, la stanchezza generale alla lunga pesano. Tecnicamente avrebbero dovuto cacciarci dall’ostello dopo la ricca colazione  ma in pratica ci si sdraiamo a bordo piscina tutto il giorno.

Verso sera consueto appuntamento con il tramonto, ogni giorno uno spettacolo diverso ma quello di sta sera va ben otre alla fantasia, forse il più bel tramonto che abbia mai visto in vita mia, le nuvole hanno disegnato delle forme incomprensibili e il sole che lentamente scendeva inondando di arancio qualsiasi cosa. Rimango in spiaggia fino a quando non sparisce anche l’ultimo raggio dietro l’orizzonte.

Tornati alla base e sempre senza averne il diritto occupiamo abusivamente la sala cinema (questo ostello è pazzesco) dormendoci dentro fino alle 4 di notte. Ho trovato un portafoglio per terra c’era l’equivalente di 20€ il mio karma mi punirà, me li sono intascati.

Alla fine siamo partiti alle 4 del mattino senza pagare la notte, ci mettiamo al volante anche se abbiamo delle facce da zoombie e lasciamo la penisola di Nicoya. Ci fermiamo a fare colazione a casa di una signora, (in America Latina funziona cosi, il più delle volte l’attività commerciale è svolta dentro la propria casa) che ci prepara un huevo revueto con queso e patacones e un gigantesco batidos di papaya e banana miscelati.

Proseguiamo sulla Panamericana fino a Peñas Blancas ovvero la frontiera tra Costa Rica e Nicaragua, facciamo lo slalon tra i camion bloccati alla dogana, riconsegniamo l’auto e varco la mia terza frontiera e entriamo in Nicaragua.

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

32 comments